LA QUARTA PARETE – Sorj Chalandon

Sorj Chalandon, La quarta parete, Keller, 2016, traduzione di S. Turato

Sorj Chalandon è un ex reporter di guerra che conosce benissimo il Libano. Ancora oggi è ossessionato da questo Paese che ha visto sprofondare sotto i suoi occhi. Per questo l’ha trasformato in un romanzo meraviglioso e inquietante. Nel 1976, Samuel, rifugiato greco a Parigi, ha un’idea folle: mettere in scena l’Antigone nella versione di Jean Anouilh a Beirut, in piena guerra, per uno spettacolo unico in tutti i sensi: Creonte è un cristiano maronita, Antigone è palestinese, Emone (il fidanzato di Antigone) è druso, le guardie sciite. Ma Samuel si ammala e, sei anni dopo, chiede al suo amico Georges, un giovane insegnante, di dirigere lo spettacolo. Inizialmente riluttante, Georges accetta la sfida, parte per Beirut e si trova faccia a faccia con la sanguinosa violenza che regna in città. Lì incontra personaggi coraggiosi e pieni di contraddizioni, assiste a scene di guerra inaudite e al massacro di Sabra e Shatila.

La guerra può far impazzire le persone? Come si fa ad andare avanti con la propria vita dopo? Può l’arte essere un’ancora di salvezza quando tutto intorno crolla? Queste le domande che il lettore si pone a ogni passo. Georges, ingenuo e smarrito, non ne uscirà indenne. Tornato in Francia, con la sua famiglia, non riuscirà a riconquistare il suo posto di marito, padre e amico. Preferisce partire, certo che il suo destino sia altrove. Sorj Chalandon ha ovviamente messo molto di sé in questa storia. La sua visione della guerra e di coloro che la combattono è sorprendentemente realistica. La vita di Georges avrebbe potuto essere senza dubbio la sua. La quarta parete è un romanzo con una scrittura potentissima che mette di fronte a realtà davanti alle quali preferiamo spesso chiudere gli occhi.

Recensione di Moreno Migliorati

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