L’UOMO DI LATTA, di Sarah Winman
Ah questo cuore! Quanto è stato desiderato dall’ uomo di latta nella celebre fiaba “Il meraviglioso mago di Oz”!
E chi lo ha lo corazza accuratamente rivestendolo di spesso metallo perché stanco di soffrire degli incomprensibili giochi di un destino crudele.
Ma il cuore pulsa, reclama i suoi spazi, vive e non si arrende e preme nel petto spinto dai ricordi disperati di un convulso meraviglioso passato, dalle immagini nostalgiche immortalate in una foto, dalle pennellate energiche di un dipinto dai sfavillanti colori.
Ellis, Michael e Annie, tre vite – amori, amicizie, sorrisi e pianti, gioie e dolori – raccontate in appena 164 pagine.
“L’ Uomo di latta” è un romanzo costruito sui ricordi di un tempo che non può essere più tale, non più tangibile ma evanescente come l’azzurro del cielo di Venezia che si rispecchia nella laguna, come le nuvole striate sopra un campo di girasoli in Provenza, come la nebbia londinese che esalta il mistero nelle ombre delle cose.
E’ la storia di Ellis, l’uomo di latta, che ha visto frantumare i suoi sogni di fanciullo, che ha nascosto in uno spesso strato di vernice il segreto di un amore proibito.
E’ la storia di Michael che ha amato tanto in un rumoroso silenzio interiore, che ha sofferto tanto dietro il suo accattivante sorriso.
Scritto in due tempi, terza persona per Ellis e in prima per Michael, lo stile della Sarah Winman si appropria dei personaggi rivelando la capacità di gestire i tempi e la struttura narrativa. Infatti se la narrazione esterna di Ellis è metallizzata, lucida, secca e reticente come lo è quell’ uomo di latta di Alice, al contrario l’io narrante di Michael è sofferto, viscerale, colloquiale e poetico come è lui.
E ancora. Se nella prima parte l’ossessiva descrizione dei gesti quotidiani ha il sapore del metallo freddo, nella seconda acquisisce un valore diverso, il godimento esasperato dei gesti di una vita che sta per fuggire via.
Un romanzo dall’aria inglese nel ripercorre gli anni ’50 e ’90 ma con il potere degli umani sentimenti rompe gli argini dei confini inondando, come un fiume in piena, i cuori di noi lettori.
Da leggere.
“Esco e mi siedo a bordo piscina con un asciugamano sulle spalle. E mi chiedo quale potrebbe essere il suono di un cuore che si spezza e penso che forse potrebbe essere silenzioso, quasi impercettibile, e per nulla clamoroso. Come il suono di una rondine esausta che cade con leggerezza a terrà
Recensione di Patrizia Zara
L’UOMO DI LATTA Sarah Winman
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