LE ULTIME ORE DI LUDWIG POLLAK, di Hans Von Trotha

LE ULTIME ORE DI LUDWIG POLLAK, di Hans Von Trotha (Sellerio – gennaio 2022)

Innanzi tutto, un avviso: benché basato su fatti (dolorosamente) reali, questo non è un saggio di carattere biografico, ma un’opera di carattere romanzesco, in cui il nodo centrale è che cosa si agiti nella mente di un uomo in grave pericolo a cui è data la possibilità di salvare se stesso e la propria famiglia senza potere però salvare altri che si trovano nelle sue stesse condizioni: “Ne andranno a prendere altri, dopo di me o al mio posto […]?”; “non si deve forse accettare il destino che ci è toccato in sorte?”; “Ma al destino è impossibile opporsi”; e ancora: “contro i serpenti inviati dagli dei l’uomo non vince mai”. In quest’ultima riflessione, con il riferimento ai serpenti marini inviati da Atena, o dallo stesso Poseidone, per stritolare Laocoonte e i suoi figli, abbiamo la chiave per capire di chi si parla nel libro: Ludwig Pollak, collezionista, mercante d’arte, archeologo, direttore del Museo Barracco di Roma, il quale ritrovò un frammento importante del braccio del sacerdote troiano narrato da Virgilio, donandolo al Papa e favorendo così il corretto restauro del gruppo marmoreo dei Musei Vaticani.

Pollak, nato a Praga, vissuto a Roma per più di 40 anni, figura notissima ad amatori e studiosi d’arte antica del suo tempo, vittima poi negli anni ‘30 di una progressiva emarginazione a causa della sua ebraicità, fu uno dei più di mille suoi correligionari romani razziati dai nazisti il 16 ottobre del 1943. Ma Pollak e la sua famiglia avrebbero potuto salvarsi, il Vaticano aveva cercato di sottrarlo alla deportazione; qualcosa non funzionò. Ecco per qual motivo poche settimane fa sono state collocate altre quattro pietre d’inciampo all’ingresso del palazzo Lancellotti, dove Pollak viveva.

Ripeto, l’importanza di questo libro non è tanto nei fatti narrati, quanto nella riflessione che essi suscitano: perché Pollak, la moglie, i due figli non si salvarono? Fatalismo o solidarietà con coloro a cui non era stata tesa la mano? Non lo sappiamo, ma possiamo leggere queste 184 pagine, tentando di capire.

Recensione di Anna Ciamarrughi

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