NON MUOIONO MAI – Francesco Spiedo

NON MUOIONO MAI – Francesco Spiedo (Fandango Libri – luglio 2022)

Un romanzo corale raccontato a più voci. Tre cugini si ritrovano durante una afosa estate campana a vivere sotto lo stesso tetto nella tenuta di campagna della nonna, vecchina solo all’apparenza in preda alla demenza.

Ognuno di loro ha un segreto che lo tormenta e che tenta maldestramente di custodire per paura di esserne annientato.

A fare da filo conduttore a tutto il romanzo è il racconto della nonna che ci riporta a Napoli nel 44 subito dopo lo sbarco degli alleati. In questa parte impossibile non rintracciare echi di un romanzo unico come fu La pelle di Malaparte. Addirittura ad un certo punto viene riportato lo stesso famoso episodio dei pesci dell’Acquario uccisi per sfamare un alto ufficiale. E qui chi ha letto La pelle sa che Malaparte ci ha regalato una delle immagini più potenti di sempre.

Non muoiono mai è un romanzo sul peso dei segreti, sugli errori e sui rimpianti e su come tutto questo passi da una generazione all’altra inquinando quasi il DNA di intere famiglie.

Esiste redenzione dai propri peccati anche con un pentimento tardivo? É più doloroso vivere sentendosi responsabile di ogni fallimento o prendersi il rischio di indagare e scoprire che a volte siamo solo inconsapevoli vittime? Per tornare a vivere è veramente necessario perdonare sempre e comunque? La realtà ha tante facce quanto quelle dei protagonisti dello stesso evento?

Il libro è scritto bene, molto bene e, nonostante il racconto a più voci, non perde mai di incisività mantenendo una armonia stilistica e di linguaggio di ottimo livello

“Cosa nascondi? Chiede Philippe e Margherita pensa di essere un animale. Vive nel terrore. Al primo fruscio di una foglia secca, scappa. Vive nell’inganno. Inventa se stessa a ogni angolo di strada, poi scappa. […] Cosa nascondi?, chiedevano i bambini a Margherita la maga che non sono più io. Cosa nascondo? Nascondo mamma morta dentro al letto e papà che non piange. Mamma morta di dolore e papà che non sa piangere”.

Recensione di Annachiara Falchetti

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