LA TERRA DEGLI UOMINI INTEGRI. Vita di Thomas Sankara, di Antonio Gentile (La Corte)

LA TERRA DEGLI UOMINI INTEGRI. Vita di Thomas Sankara, di Antonio Gentile

Avevo sentito parlare di Thomas Sankara come di uno dei leader africani che, se non fossero stati assassinati- perché personaggi scomodi -, avrebbero potuto contribuire a cambiare il destino dell’Africa, da terra depredata a continente libero e prospero, ma non conoscevo niente della sua storia e del suo pensiero. Ho deciso così di documentarmi ed ho scoperto che nella mia biblioteca era disponibile questo libro che ho subito preso in prestito.

“La terra degli uomini integri” è la biografia romanzata di Thomas Sankara, l’uomo che fu presidente del Burkina Faso per quattro anni, dal 1983 al 1987, scritta da un ingegnere che per l’occasione è diventato scrittore dopo essersi imbattuto nel reportage del giornalista Silvestro Monatanaro dedicato proprio a Sankara ed essere stato travolto dalla figura di questo personaggio..

La figura di Thomas viene presentata a cominciare dalla sua vita di bambino e di adolescente, anni in cui, seguendo l’esempio del padre che non si fa piegare dai soprusi dei suoi capi, dimostra da subito il proprio carattere forte e la sua tensione ideale verso la libertà e la giustizia. Negli anni del liceo e dell’Università quando per poter studiare, fallita l’ipotesi di iscriversi a medicina, inizia la carriera militare, stringerà tutta una serie di amicizie con altri giovani che lo accompagneranno nel suo percorso di vita ed incontrerà Miriam, la donna che sposerà e che lo sosterrà nel suo progetto di migliorare il suo paese, che allora si chiamava Alto Volga.

Ed è proprio Sankara che da presidente cambierà il nome del paese in Burkina Faso, nome composto dagli idiomi delle lingue native Mossi e Dioulé che letteralmente significa appunto “la terra degli uomini integri”. Nei quattro anni di presidenza, cercò di liberare la sua gente dalla corruzione e dal parassitismo dell’apparato burocratico lasciato dalla dominazione coloniale francese e dagli interessi economici delle multinazionali e delle grandi potenze occidentali, rimanendo sempre un uomo semplice che rifiutava i privilegi del ruolo politico che rivestiva, continuando ad usare la sua bicicletta o piccole utilitarie per gli spostamenti più lunghi. Anche quando si spostava all’estero viaggiava come un comune cittadino e, accanto all’esempio concreto del proprio stile di vita, sapeva usare un linguaggio forte ma semplice in modo da essere compreso anche dalle persone più umili.

Di sicuro un personaggio carismatico tanto che i suoi discorsi alle Nazioni Unite ed al Vertice dell’Organizzazione per l’Unità Africana riusciranno a scuotere gli animi di tante persone, africane e non, ma costituiranno anche il motivo per cui, con la complicità di un suo amico, verrà assassinato a 37 anni per mano di sicari stranieri assoldati da chi lo riteneva un personaggio scomodo per i propri interessi.

Senz’altro un libro che fa riflettere e ci fa conoscere meglio una realtà così vicina a noi come quella africana di cui purtroppo almeno io so ancora troppo poco. Se il libro ha un difetto, almeno per me, è che la storia di Sankara è raccontata in maniera un po’ troppo romanzata per cui alla facilità di lettura si accompagna un insoddisfacente, almeno per me, approfondimento sul ruolo politico svolto e su quanto il suo pensiero sia stato rivoluzionario. Insomma mi viene sempre il dubbio di non riuscire a cogliere dove finisce la storia reale e dove inizia la finzione. Forse sto facendo un torto all’autore che credo abbia soprattutto cercato di rendere più agevole la conoscenza di questa figura, senza per questo alterare la realtà.

In conclusione sento il bisogno di approfondire, magari leggendo qualche saggio, il pensiero di questa interessante personalità ed a tal proposito ho già adocchiato, grazie anche alla bibliografia del libro di Gentile, un paio di libri ed un interessante sito dove si trovano informazioni recenti sul processo, iniziato ad ottobre 2021, che tenta di fare chiarezza, seppure a distanza di tanti anni, sui mandanti dell’omicidio di Sankara.

Recensione di Ale Fortebraccio

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